L’attivista iraniana per i diritti delle donne Narges Mohammadi, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2023 e già incarcerata nel suo Paese, è stata condannata a un anno di carcere. Il reato? «Propaganda contro lo Stato», annuncia su X il suo legale. «Secondo il verdetto emesso dalla 29esima sezione del Tribunale rivoluzionario di Teheran, Narges Mohammadi è stata condannata a un anno di reclusione per propaganda contro lo Stato», spiega. Vice-presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani (Ong guidata da Shirin Ebadi, e anche vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 2003), Mahammadi, 51 anni, è in carcere dal 2016. Oltre a questa nuova sentenza sta scontando una condanna a dieci anni di carcere nella prigione Evin di Teheran per «diffusione di propaganda antistatale». Nonostante la detenzione Mohammadi è riuscita ad organizzare proteste per l’uccisione di Mahsa Amini. Ha scritto saggi, organizzato seminari per le donne detenute ed è riuscita a far pubblicare un articolo dal titolo «Più ci rinchiudono, più diventiamo forti» sul New York Times nel primo anniversario dell’uccisione della 22enne curda.
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